Archivio Storico Lidia Menapace

L’archivio storico Lidia Menapace di UDI Genova è un complesso documentario dichiarato nel 2001 di notevole interesse storico e culturale dalla Soprintendenza Archivistica della Liguria (rep. 115 del 14/12/2001). Conservato presso la sede dell’associazione, fa parte dell’Associazione Nazionale degli Archivi dell’Unione Donne in Italia.

Dal 2021 l’Archivio storico è intitolato a Lidia Menapace, partigiana, politica e saggista italiana.

Nel 2022, grazie al finanziamento del Ministero della Cultura elargito in occasione del Bando pubblico per la concessione di contributi a progetti riguardanti interventi da effettuarsi su archivi dei movimenti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori o di loro esponenti è stato possibile realizzare il riordino e l’inventariazione dell’intero patrimonio documentario.

Tale intervento ha permesso una migliore fruizione dell’archivio da parte degli studiosi e ha dato un nuovo slancio alla proposta didattico-culturale dell’associazione.

L’archivio ha sempre rappresentato una risorsa insostituibile in quest’ambito: lo studio della documentazione archivistica ha consentito l’organizzazione di convegni sulla storia dell’associazione e sulle sue lotte e la realizzazione di laboratori didattici destinati a scuole di ogni ordine e grado.

Cosa contiene

L’archivio storico Lidia Menapace è composto da un fondo istituzionale, formatosi in seguito alla sedimentazione documentaria frutto dell’attività dell’associazione, e dai fondi di persona di tre dirigenti: Margherita Ferro, Francesca Busso e Barbara Merloni, che hanno rivestito un ruolo particolarmente significativo per la vita politica regionale e nazionale.

Il fondo istituzionale comprende sette serie documentarie che testimoniano le lotte politiche promosse dell’associazione a favore dell’emancipazione femminile. Nel dettaglio: Oltre alla serie Atti (80 faldoni) e alla serie Rassegna stampa (17 faldoni) sono presenti un piccolo fondo fotografico (439 fotografie, 27 negativi fotografici, 4 ritagli di giornale, 1 comunicato, 1 programma e 1 lettera organizzati in 44 fascicoli tematici), una raccolta di manifesti, locandine e poster (338), calendari(22), tessere associative (36). Da non dimenticare infine i materiali utilizzati dalle donne dell’UDI durante le manifestazioni di piazza: cartelloni (86), striscioni e bandiere (55).

  • Serie Atti (80 faldoni)
  • Rassegna stampa (17 faldoni) 
  • Piccolo fondo fotografico (439 fotografie, 27 negativi fotografici, 4 ritagli di giornale, 1 comunicato, 1 programma e 1 lettera organizzati in 44 fascicoli tematici)
  • Raccolta di manifesti, locandine e poster (338), calendari(22), tessere associative (36)
  • Materiali utilizzati dalle donne dell’UDI durante le manifestazioni di piazza: cartelloni (86), striscioni e bandiere (55).
  • Foto, video, manifesti, bandiere, volantini, striscioni, cartelli a testimonianza dell’impegno delle donne per l’ottenimento e l’applicazione dei diritti previsti dalla Costituzione e l’affermazione del protagonismo delle donne nella realtà cittadina.
  • 3 fondi personali di dirigenti fondamentali nella storia della nostra associazione

L’Archivio dell’UDI restituisce il senso collettivo e corale di una storia fatta anche dalle donne.

I fondi personali

Chi sono le donne che rivivono nei materiali del nostro archivio? I tre fondi personali raccontano molto della nostra storia.

A Margherita Ferro si deve la fondazione del primo centro antiviolenza genovese, mentre Francesca Busso fu consigliera regionale nel gruppo del PCI tra il 1970 e il 1985, ricoprendo il ruolo di assessore regionale tra il 1976 e il 1980.

Barbara Merloni, infine, già nella Segreteria Nazionale e di UDI Genova nel 1978, diventò nel 2008 Presidente del Municipio VI Medio Ponente.

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